Samuela Amato – Era un grigio e freddo pomeriggio di venerdì. Con gli occhi disorientati e i passi pesanti varcai il ciglio di quel vecchio portone bordeaux.

Seguii il gruppo con cui ero arrivata fino ad un lungo tavolo nella sede dell’Anps, l’Associazione Nazionale Polizia di Stato locale, che ha offerto a noi, allievi agenti, la possibilità di frequentare gratuitamente il corso di scrittura dell’Accademia Ars Artis.

Mi sedetti, il mio sguardo fu subito attirato da un quadretto appeso al muro con all’interno una foto di una celebre scena di un film di Totò, immediatamente passarono nella mia mente centinaia di ricordi che ritraevano me e mio nonno seduti sulle poltrone di campagna intenti a commentare tutti quei film in bianco in nero così vecchi ma così pieni di significato e fui assalita da un senso di nostalgia di casa che solo chi è o è stato lontano da essa può capire.

Iniziò l’incontro, iniziammo a presentarci condividendo i motivi per cui ci trovavamo lì. I discorsi tergiversarono sugli argomenti più disparati in modo così lineare che in alcuni momenti mi fermavo a riflettere su come fossimo finiti a parlare proprio di quell’argomento.

Il tempo passava, ma in maniera del tutto diversa dal solito quasi come fosse anacronistico; ricordo bene che quella fu una sensazione che provammo tutti perché ad un certo punto della riunione, seguendo lo sguardo della conduttrice dell’incontro, ci voltammo tutti a guardare un orologio appeso al muro, probabilmente fermo da tempo immemorabile, che segnava un orario diverso da quello reale. Tutti sorpresi iniziammo a prendere i cellulari nell’intento di controllare quanto tempo fosse davvero passato e fu in quel momento che ci accorgemmo che non erano passati solo dieci minuti, come pensavamo, ma già un’ora e mezza.

Una volta tornata in caserma, seduta sul bordo del mio letto, cominciai a riflettere su ciò di cui avevamo parlato ma mi soffermai soprattutto su un argomento in particolare “il ricordo dei nonni”. Mi accorsi che non era un caso il fatto che avessimo trattato proprio questo tema e che all’inizio la prima cosa che vidi fu quel quadro. Presi una decisione, avrei dovuto fare ciò che loro hanno sempre fatto con me, tramandare le memorie e tutto ciò che sono stati a coloro che non hanno avuto la fortuna di conoscerli.

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Una replica a “CORSO SCRITTURA ANPS – Il primo giorno. Il tempo dilatato, la nostalgia di casa, il ricordo intenso dei nonni”

  1. Avatar Giovanni
    Giovanni

    Bello! In questo racconto c’è tanta sensibilità e amore verso i nonni e la nostalgia di aver lasciato la Sua casa e proprio cari. Trovarsi altrove con altri ragazzi,futuri colleghi,si crea una nuova famiglia. Auguro di conservare questa sensibilità anche per il futuro, permetterà di svolgere la propria “Missione” umanamente. Auguri.

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