

Graziano Maggio – Cronaca di una inondazione – Valpolicella 01/09/2018 -Oggi è il primo giorno di settembre, pomeriggio… ed ecco, la pioggia cade copiosa, estesa, continua. Guardiamo fuori dalla finestra. Non smette. Vorremmo uscire per andare, ma andare dove…
Scendiamo giù in garage per controllare e apriamo la basculante. Ci accorgiamo che anche i vicini hanno avuto lo stesso pensiero. Le tubazioni di scolo non reggono più il deflusso. L’acqua inizia a debordare e come lava liquida si espande. Indossiamo gli stivali e iniziamo a proteggere l’ingresso. Tentativi inutili. Come puoi fermare chi, materialmente, è il vero proprietario del pianeta. Osserviamo fuori dal tunnel, niente da fare. Continua a cadere intensa, feroce, maligna anzi, violenta.
Improvvisamente, dall’altra parte del tunnel, un urlo di donna ci richiama. Il canale sulla strada sta tracimando e arriva l’acqua anche dalla parte opposta. Si cerca di spostare in alto alcuni beni perché non vengano danneggiati ma già ci rendiamo conto che non ci sarà tempo.
Cresce, cresce ancora. A che servono gli stivali, già sono colmi e si spostano sotto il livello ora raggiunto. Guardiamo l’orologio è trascorsa più di un’ora senza un rallentamento, neanche minimo. Ci guardiamo in faccia. Non sappiamo neanche comunicare, solo sgomento.
Avvertiamo un improvviso silenzio. Come era iniziato così nello stesso modo l’acqua ha cessato di cadere.
Ora traiamo un respiro profondo. Si ci sono dei danni ma non terribili. Mentre l’acqua inizia a diminuire si instaura la solidarietà tra vicini. Poche ore e siamo quasi tornati alla normalità. Aiutiamo gli altri a pulire, poi usciamo in strada e osserviamo che molti, troppi, non sono stati fortunati come noi.
Acqua, elemento primordiale, uno dei quattro. Il 70% del nostro pianeta.
Il tempo trascorre e, man mano, la nostra mente acquisisce conoscenze sempre maggiori.
Confrontiamo ciò che ci circonda. L’aria che respiriamo può trasformarsi in uragano ma una grotta diventa un riparo sufficiente. Il fuoco si presenta in anticipo comunicando con l’aria così da indurci ad allontanarci. La terra che calpestiamo può improvvisamente tremare e sobbalzare. Difficile muoversi rapidamente. Solo la fortuna spesso ci salva. Ma l’acqua è diversa dai suoi fratelli. Nei bei momenti ci disseta, partecipa ai nostri giochi, ci rinfresca nelle giornate calde e assolate. Si lascia spesso attendere prima di riprendere a cadere copiosa affinché il ciclo della vita si ripeta. Poi, come recita un vecchio detto, basta uno starnuto in Cina perché dalla parte opposta del mondo avvengano disastri inimmaginabili.
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