Ilenia Antoci – Era una giornata fresca di autunno in quel di Peschiera e due passi sul lungolago. Una di quelle passeggiate che assorbono la fatica delle giornate intense che velocemente corrono, si susseguono e, a volte, ci travolgono come un fiume in piena.

Catturò la mia attenzione la macchia di un gelato alla fragola impugnato da un bambino di una decina d’anni. Una macchia innocua, che per molti non avrebbe avuto significato e che invece, in me, ha evocato ricordi lontani, di un infanzia spensierata e libera da pregiudizi, in cui non serviva fare attenzione al vestito nuovo e allo sguardo critico della gente intorno.

Riuscivo a sentire in lontananza quel profumo di fragola, emblema di gioia, che mi ha riportato al sentimento di nostalgia di eventi irripetibili in cui non era necessario mangiare l’intero gelato per essere felici. Il solo fatto di averlo comprato anche se gustato solo per metà bastava a farti toccare il cielo con un dito.

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